Rinotracheite Virale del Gatto (Felid Herpesvirus 1)

gattogabbia

Malattia infettiva, acuta, contagiosa, caratterizzata dalla comparsa di sintomatologia grave a carico delle prime vie respiratorie (scolo nasale, congiuntivite, tosse, sbuffi).
Può degenerare in forme generalizzate cui conseguono polmoniti, aborto, ulcerazioni della mucosa bucate e della cute.
E’ una patologia diffusa su scala mondiale ritenuta la più importante causa di patologia respiratoria del gatto.

Eziologia
Felid Herpesvirus (FeHV-1) appartiene alla sottofamiglia delle Alphaerpervirinae. Presenta numerose analogie con il virus varicella-zoster dell’uomo.
E’ labile nell’ambiente esterno e viene rapidamente inattivato a 56°C.
E’ sensibile al fenolo e al betapropriolattone.
La malattia naturale è nota esclusivamente nel gatto.

Epidemiologia
FeVH-1 è largamente diffuso nelle zone temperate e determina epidemie persistenti nelle colonie di gatti. La malattia non risulta stagionale. Colpisce soggetti di ogni età, razza e sesso.
Focolai di malattia si osservano periodicamente nelle collettività in coincidenza con il movimento di animali e anche per la riattivazione di infezioni alla stato latente. L’ampiezza del focolaio e la gravità della sintomatologia nei singoli animali dipendono dall’immunità di popolazione ed individuale.
Un particolare meccanismo di conservazione del virus in natura è costituito dalla possibilità che la femmina infetta, anche in assenza di sintomi, trasmetta l’infezione ai neonati che non presentano segni di malattia in quanto protetti da immunità materna. Essi tuttavia vanno comunque incontro ad uno stato d’infezione che evolve nella latenza. Lo stesso può verificarsi anche nel caso di soggetti sottoposti a profilassi immunizzante.

Patogensi
La penetrazione del virus si verifica per via inalatoria oppure attraverso le mucose del cavo orale o congiuntivite. La replicazione del virus si realizza soprattutto a livello delle mucose nasofaringea e tonsillare e coinvolge solitamente anche la congiuntiva, i linfonodi della testa e la porzione craniale della trachea.
La viremia si osserva solo raramente.
La mancata segnalazione di reisolamento del virus da feti abortiti fa supporre che l’aborto sia conseguente alla sintomatologia generale e non ad una diretta invasione del feto.
All’infezione primaria segue la latenza i cui siti possibili sono rappresentati dalla mucosa dei turbinati o dell’orofaringe, nonché dal bulbo olfattorio. Ciò esclude la possibilità di localizzazione al ganglio trigemino anche se questa non risulta sperimentalmente provata.

Sintomatologia
Il periodo di incubazione varia da 2 a 6 giorni. La malattia si manifesta con depressione del sensorio (abbattimento), sbuffi, febbre e scolo oculonasale di aspetto limpido. L’appetito è conservato.
Successivamente la secrezione nasale diviene mucopurulenta e possono presentarsi congiuntivite, scialorrea, dispnea e tosse. A carico dell’occhio si osserva più spesso congiuntivite, ma può manifestarsi cheratite a carattere ulcerativo. Nei casi più gravi è presente opacità corneale.
I sintomi respiratori possono essere seguiti da una fase di generalizzazione la cui maggiore conseguenza riguarda l’aborto e le manifestazioni neurologiche. Se non avvengono complicanze o fatti di cronicizzazione i sintomi si esauriscono in 2-3 settimane. La mortalità risulta elevata nei cuccioli e nei soggetti sottoposti a fattori scatenanti.

Lesioni
Abbiamo cogestione ed essudazione sierosa della mucosa delle prime vie respiratorie, a cui segue necrosi ed essudazione purulenta.
Presenza di essudato fibroso contenente tracce di sangue a livello tracheale.
Aumento di volume delle tonsille che possono presentare emorragie e lesioni necrotiche puntiformi.
Epatizzazione polmonare a livello dei lobi apicali e cardiaco.

Diagnosi
La presenza di sintomi a carico delle prime vie respiratorie autorizza il sospetto di rinotracheite virale. La conferma diagnostica deriva dall’esecuzione di esami di laboratorio. Deve essere comunque fatta diagnosi differenziale con calicivirus, reovirus e chlamydia. L’esame maggiormente utilizzato è l’isolamento del virus a partire dal muco nasale prelevato nelle prime fasi di malattia.

Terapia
Come tutti i virus non esiste una vera e propria terapia. Più che altro di aiuta a combattere i sintomi, attraverso antibiotici ad ampio spetto contro le contaminazioni secondarie da batteri, mucolitici, colliri e mantenere una temperatura costante e un ambiente pulito. Nel caso di alimentazione diminuta (non sempre presente in quanto spesso il gatto mantiene l’appetito) procedere ad una alimentazione forzata e una eventuale fluidoterapia per integrare liquidi e sostanze minerali.

Profilassi Sanitaria
I soggetti guariti, in quanto portatori latenti, devono essere considerati escretori di virus. Individuare le situazioni a rischio ( pensioni per animali, cliniche veterinarie, pet shop ecc..). Negli allevamenti di gatti, precoce separazione dei cuccioli degli adulti per impedire l’infezione dei primi ad opera dei portatori latenti. Riduzione degli eventi stressanti.

Profilassi Immunizzante (Vaccinazione)
Esistono vari vaccini (con virus inattivato e attenuato), perlopiù sono combinati ad altri agenti patogeni (virali ma anche batteriche) creando una trivalenza, una quadrivalenza o in genere polivalenze. L’immunità conferita coi vaccini risulta di breve durata, per cui gli interventi vaccinali devono essere sufficientemente ravvicinati tra loro (20 giorni tra il primo e il secondo vaccino). Esiste interferenza  dell’immunità passiva colossale con la vaccinazione.
La vaccinazione non è sempre in grado di prevenire le infezioni asintomatiche e la conseguente fase di latenza, per cui si può avere escrezione di virus a piena virulenza anche da part di soggetti vaccinati.
La vaccinazione di individui con infezione latente può determinare la riattivazione.

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