Cheratocongiuntivite secca (kcs)


È una cheratite secondaria ad un processo di essiccamento di porzioni più o meno estese della cornea e congiuntiva. Tale essiccamento può essere la conseguenza di un’anomalia nella composizione del film lacrimale più precisamente di una insufficiente produzione della componente liquida del film lacrimale.

Le cause possono essere:
1) congenita e di origine ereditaria;
2) lesioni traumatiche delle ghiandole lacrimali possono causare infiammazione o atrofia delle ghiandole stesse o alterazione della loro innervazione;
3) traumi chirurgici all’innervazione, alle ghiandole lacrimali e ai loro dotti possono determinare la kcs così come la rimozione della ghiandola della terza palpebra;
4) carenze nutrizionali come l’ipovitaminosi A;
5) terapia a base di derivati dei sulfamidici può provocare la kcs in meno di 14 gg; l’atropina può provocare la kcs temporanea soprattutto nel gatto in anestesia con ketamina in quanto rimane con gli occhi aperti e quindi la produzione lacrimale si arresta, l’animale ha gli occhi aperti e quindi il poco film lacrimale evapora soprattutto per il calore delle luci chirurgiche, perciò in questi casi conviene applicare una pomata oftalmica neutra per mantenere umida la cornea;
6) la flogosi soprattutto se consegue all’infezione delle ghiandole lacrimali è un’importante causa di kcs, anche l’infezione del sacco congiuntivale può causare un blocco del sistema di drenaggio del sistema lacrimale. Anche l’infiammazione dell’orecchio può alterare la normale attività dell’innervazione parasimpatica delle ghiandole lacrimali;
7) la kcs può essere causata anche da malattie autoimmuni;
8) neoplasie che interessano direttamente o indirettamente le ghiandole lacrimali possono essere causa di kcs;
9) la kcs può essere idiopatica, quando la causa non può essere identificata.
La kcs è più frequente nel cane rispetto al gatto, di solito è bilaterale e si manifesta più frequentemente nelle femmine. Sembra ci sia una predisposizione di razza che interessa i cani di piccola taglia come il Bassotto Tedesco a pelo lungo, il West Highland White Terrier ma soprattutto sono molti i casi riscontrati negli Yorkshire Terrier. I sintomi sono caratterizzati dalla perdita della normale brillantezza della cornea e della congiuntiva che diventano opache, sono presenti segni di congiuntivite mucopurulenta, arrossamento, edema, leggero blefarospasmo e scolo mucopurulento, in assenza di lacrimazione e presenza di pelo bagnato nell’area perioculare. Se la kcs persiste troveremo segni di una cheratite superficiale cronica caratterizzata da edema, congestione vasale, alterazioni epiteliali e si può osservare una secchezza della cavità nasale ipsilaterale e della cavità orale, talvolta questo può essere l’unico segno di cui il proprietario si accorge.
La diagnosi si basa su valori bassi del test di Schirmer e sui segni clinici.


La terapia nella maggior parte dei casi è di tipo medico, solo nei casi più gravi si ricorre alla terapia chirurgica. La terapia medica consiste nel dissolvimento dello scolo mucopurulento con acetilcisteina al 10% mediante lavaggio oculare, applicazione di antibiotici locali sotto forma di collirio due-tre volte al giorno per 15 gg, somministrare lacrime artificiali ogni tre-quattro ore per un mese e inoltre somministrare una pomata oftalmica a base di ciclosporina (optimmune) per un mese.  Dopo un mese i dosaggi vanno ridotti ma spesso la terapia va fatta per tutta la vita del soggetto. Se la terapia medica non dovesse dare dei risultati positivi si può ricorrere alla trasposizione chirurgica del dotto di Stenone se la produzione di saliva non è alterata. L’intervento prevede la liberazione a livello buccale della porzione terminale del dotto parotideo e la sua trasposizione nel sacco congiuntivale tramite un tunnel ricavato interamente sotto la cute delle guance oppure da un’incisione cutanea nella medesima regione. L’inconveniente di questo intervento è la deposizione di sali di calcio a livello corneale e l’infiammazione della cute delle guance a causa dello scolo mucoso.
La prognosi è talvolta migliore nel gatto che non nel cane.

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